Un forte, roboante “No” all’autonomia differenziata si leva da Caltanissetta. Un’importante e imponente manifestazione regionale promossa da Cgil, Uil Sicilia, Legacoop, Anpi, Ali Autonomie, Arci, Uisp. Presenti, tra gli altri, vari sindaci o loro delegati e numerosi giovani.
Un lungo corteo, ordinato e composto, attraversa la città di buon mattino. Quattro giovani suonatori di tamburo danno il ritmo. C’è chi intona “Bella ciao”, c’è chi fa rumore con i fischietti. Suoni, fonemi e parole per gridare un forte “No” all’autonomia differenziata. I manifestanti provengono da ogni parte dell’isola. C’è chi è arrivato in auto, molti i pullman parcheggiati.
Il servizio d’ordine sindacale è efficiente. Le forze dell’ordine coordinano senza problemi l’importante evento sindacale. Tutto procede bene, fluido e lineare. Tutti i partecipanti sono contro lo scippo che intende perpetrare il ministro Roberto Calderoli al Mezzogiorno, viene detto. Ci si riferisce al Fondo di sviluppo e coesione. Si tratta di risorse del Sud che si vorrebbero spalmare su tutto il territorio nazionale, “utilizzando impropriamente fondi strutturali per la spesa corrente”, viene dichiarato dagli organizzatori della manifestazione regionale, oggi, nel capoluogo nisseno.
Da Piazza della Repubblica, il serpentone umano – cinquemila persone – raggiunge Corso Umberto. Parla Salvatore Guttilla (Uil): non vogliamo un’Italia tagliata in due, grida. E conclude: “Insieme ce la faremo”. Si riferisce al diritto fondamentale alla salute, all’istruzione, alla mobilità. Bisogna evitare di isolare ancora di più la Sicilia. Non si possono negare questi diritti, basilari. Non possono essere compromessi.
Rosanna Moncada (Cgil): rivendichiamo i nostri diritti. “Grazie Caltanissetta – tuona -, grazie a tutti voi”. “Questo è solo l’inizio”, aggiunge. Interviene Luisa Liotti (segretaria generale Uil Sicilia): questa di oggi è una bella piazza. E scalda i cuori di tutti. “Non bisogna abbattere i diritti della sanità e dell’istruzione”, sottolinea. Mancano le infrastrutture, precisa. E “bisogna investire nuove risorse”, chiosa. Infine: non si deve curare soltanto chi ha i soldi, ma tutti. Su questo fronte, infatti, vi sono notevoli gap. “Come mostrano i numeri della migrazione sanitaria per cure o quello del tempo pieno nella scuola primaria con solo il 10% dei bambini che ne fruisce contro il 50% di quelli del Nord”.
Gli organizzatori rimarcano: l’autonomia differenziata è un duro attacco “all’unitarietà dei diritti sociali e accrescerà i divari territoriali”. Dalla Sicilia si spendono, annualmente, per mobilità sanitaria ben 250 milioni di euro che finiscono nelle casse delle strutture sanitarie del Nord, evidenziano.
La vice sindaca di Caltanissetta, Grazia Giammusso, afferma: abbiamo tutti uguali diritti e uguali doveri. Ringrazia per la presenza i parlamentari Anthony Barbagallo (Pd) e Nuccio Di Paola (M5S), entrambi presenti sul palco. Rosanna Moncada ancora: grazie per la massiccia partecipazione, grazie alla presenza dei giovani. Si parla delle politiche miopi verso il Sud, che bisogna pensare seriamente al futuro che viene negato alle nuove generazioni. È un diritto avere una vita dignitosa ed è un diritto voler restare nelle nostre terre. Gli applausi sono scroscianti. È un forte “No” all’autonomia differenziata.
Alfio Mannino (segretario generale Cgil Sicilia): questo del governo centrale è un progetto scriteriato. “Oggi è il primo appuntamento – spiega – e ce ne saranno altri. Bisogna revocare questo sostegno al progetto divisivo”. È diretto al presidente della Regione, Renato Schifani.
“Non siamo fessi – conclude – oggi qui c’è la Sicilia quella vera, quella che lavora. E il riscatto passa dal No all’autonomia differenziata”. Un dissenso corale, vibrante, una civile protesta oggi da Caltanissetta.
MICHELE BRUCCHERI
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