Il gruppo consiliare “Riprendiamoci la Città” di San Cataldo ha presentato, nelle scorse ore, una formale proposta di deliberazione relativa al “Sostegno ed adesione alle iniziative di Coldiretti contro il cibo sintetico”.
È stata indirizzata al sindaco di San Cataldo e al presidente del Consiglio comunale. “Ormai sempre più frequentemente si affacciano sul mercato mondiale proposte di cibo sintetico quale ad esempio quello della carne e latte artificiale”, in apertura del documento.
“A questa deriva si stanno opponendo liberi cittadini e diverse realtà, associazioni di categoria quali Coldiretti, con la messa in atto di diverse iniziative e petizioni mirate a fare adottare dal governo nazionale e dal relativo Ministro all’Agricoltura e alla Sovranità Alimentare di un’apposita legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte ‘senza mucche’ fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech”, prosegue.
“In poco tempo sono già state raccolte oltre 200.000 firme che denotano un successo che conferma la forte opposizione degli italiani ai cibi artificiali così come evidenziata dal Censis secondo cui si tratta di una realtà che viene nettamente rifiutata dall’84% degli italiani che si dichiara contrario all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura”.
Ed ancora: “La contrarietà all’introduzione del cibo sintetico è del tutto trasversale come dimostrano le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa di Coldiretti, Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia”.
“Oltre al premier Giorgia Meloni e al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, hanno sottoscritto la petizione Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e numerosi Vescovi”.
“Dall’analisi dei dati acquisiti emerge che il No al cibo sintetico è preponderante per classi di età, titolo di studio, genere, area territoriale di residenza, livello di reddito. Ci si rende conto – prosegue il documento – che pertanto è ormai necessario mettere in atto urgenti iniziative dirette a fermare una pericolosa deriva che pone a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy”.
Ed inoltre, “già all’inizio del 2023 potrebbero essere, infatti, introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue, mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici”.
“Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio iniziata con la finta carne della società americana Beyond Meat e sostenuta da importanti campagne di marketing che tendono a nascondere i colossali interessi commerciali e speculativi in ballo per esaltare invece il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività di allevamento e pesca”.
“Per quanto riguarda la carne da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché per la produzione si consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.
Continua il documento: “Non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti diverse società intendono attivare fabbriche in diverse Nazioni tra cui la Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si inizia a produrre anche il sushi in provetta”.
“Le vulgate del cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”, scrive il consigliere comunale Giampiero Modaffari.
“Il nostro gruppo consiliare ritiene che occorra prendere posizione anche a livello locale al fine di fare sentire il nostro disappunto contro l’introduzione del ‘cibo Frankenstein’, e per tale motivo con la presente invitiamo l’intero civico consesso affinché venga approvata la presente proposta con la quale si chiede di approvare la deliberazione, così come di seguito formulata, tesa a rafforzare l’iniziativa portata avanti da Coldiretti e da tante altre associazioni”.
Modaffari: premesso che il cibo sintetico è prodotto in bioreattori; non salvaguarda l’ambiente perché comporta un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali e soprattutto è meno efficiente di quelli oggi più performanti; limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo; favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l’offerta di cibo nel mondo; spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura; non tutela la salute non essendoci garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo limitata per giungere a conclusioni differenti; non aiuta a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale, in quanto prodotto sulla base di brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali; può avere impatti socio-economici molto pericolosi, in quanto frutto di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite…
Atteso che il raffronto con i sistemi più avanzati e sostenibili per la produzione del cibo, propri dell’agroalimentare italiano, consente di valutare correttamente gli esiti pregiudizievoli per l’ambiente del cibo sintetico fabbricato a mezzo di bioreattori e considerato che “ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo n. 267/2000 il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo; in attuazione del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 116 della Costituzione il Comune è l’Ente che, in virtù del rapporto di prossimità con i cittadini, può efficacemente garantire la salvaguardia dei diritti fondamentali alla salute ed alla corretta alimentazione anche attuando le misure di tutela predisposte a livello statale; Coldiretti ha promosso una petizione contro il cibo sintetico e sono nate diverse iniziative di sensibilizzazione finalizzate ad evidenziare i rischi della diffusione del cibo artificiale; la petizione di Coldiretti è pienamente condivisibile quanto a contenuti e modalità di attuazione delle finalità nella stessa esplicitate; gli impatti omologanti di un modello produttivo distante dalle specificità territoriali locali può cancellare le produzioni tipiche, distintive e tradizionali connesse alla varietà della biodiversità locale” e valutato che “la presente deliberazione non necessita dei pareri di regolarità tecnica e contabile, stante la sua natura politico-programmatica e che, come tale, non comporta impegni di spesa” delibera e impegna “di approvare quanto riportato nel preambolo della presente; di aderire pienamente alla petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico sostenendo tutte le conseguenti e connesse iniziative di sensibilizzazione attinenti ai pericoli del cibo sintetico ed avvalorate anche dal mondo accademico e scientifico”.
Infine, impegna “il Sindaco e la Giunta Comunale ad adottare, nel rispetto delle rispettive competenze, tutti i provvedimenti utili al sostegno della petizione Coldiretti contro il cibo sintetico fornendo, a tal fine, specifiche direttive ai competenti uffici e servizi del Comune anche per la sollecita trasmissione della presente deliberazione al Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste”.
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