Qualche anno prima avevo intervistato l’onorevole Pietro Folena della Commissione nazionale Antimafia. Mentre l’8 aprile 1996, alla vigilia del voto politico, ho avuto l’onore d’intervistare l’onorevole Luciano Violante, esponente di primo piano dei Ds, ex giudice istruttore a Torino, nato a Diredaua (Etiopia) nel 1941.
E’ stato presidente della Commissione parlamentare antimafia. E’ stato presidente della Camera dei deputati e, attualmente, è il capogruppo della Quercia. Un politico di elevato prestigio, da sempre in prima linea in favore della legalità.
Onorevole Violante, in Sicilia esistono molti problemi. Quello più spinoso è legato alla disoccupazione. Quali sono le soluzioni? Qual è la panacea per risolvere questo drammatico problema?
Panacea non ce l’ha nessuno. Ci sono una serie di interventi da fare dall’alto in basso. Interventi dall’alto sono le grandi infrastrutture, per un verso (vi sono importanti investimenti per il raddoppio e l’ammodernamento delle linee ferroviarie e per il riassetto idrogeologico…). Poi ci sono gli interventi dal basso: Patti territoriali, per un verso, e il cosiddetto Prestito d’onore. Cioè, un prestito che lo Stato deve fare ai giovani… Questo consente di avviare un’iniziativa economica indipendente.
Lo Stato ha reagito energicamente ed ha conseguito importanti risultati per quanto riguarda la lotta alla mafia. Cosa bisogna fare ancora per debellare questa piaga?
Innanzitutto bisogna fare i processi, per capire chi è responsabile e chi, invece, è innocente. Bisogna soprattutto impoverire la mafia, toglierle denari e ricchezze. Applicare la legge che stabilisce che queste ricchezze vanno utilizzate socialmente da parte delle associazioni, Comuni e così via. Ed ancora, bisogna dare lavoro e scuola.
I giovani sono stati defraudati del loro futuro. In passato c’è stata una politica scellerata. Cosa bisogna fare per coltivare la speranza?
Beh, i giovani devono capire che non verrà nessuna divinità dall’alto per risolvere i loro problemi. Devono organizzarsi e lottare, con la forza e il valore della solidarietà. Noi dell’Ulivo abbiamo come comun denominatore il valore della solidarietà. Dall’altra parte ci sono egoismo e individualismo che sono valori distruttivi per le giovani generazioni. Si privilegiano i più forti, che naturalmente non sono i giovani.
La politica è stata screditata. Adesso i giovani si avvicinano di più alla politica, dopo l’era di Tangentopoli. Cosa dovrebbero fare i giovani? Quale tipo di impegno dovrebbero assumere?
Importante è orientarsi sui valori saldi, sani. I giovani, di destra o del centrosinistra, non importa, devono coltivare nobili ideali. Credo, inoltre, che sia sbagliata l’idea di un giovane disilluso e disincantato. Conosco ragazzi e ragazze che si battono sul terreno della legalità, delle regole e del volontariato, che studiano bene. Tra i sette milioni che fanno volontariato, molti sono i giovani. Sono attivi protagonisti. Certo, il giovane è preoccupato per il suo futuro. Deve organizzarsi e lottare a fianco di coloro che vogliono costruire un’Italia migliore e diversa. E siamo noi.
Lei nel prossimo Parlamento si batterà strenuamente per conseguire quali risultati?
Ci sono varie questioni. Per quanto riguarda la Sicilia c’è il problema della disoccupazione, prima di tutto. Poi, va abolito il servizio di leva obbligatorio. E’ una perdita di tempo inutile per i ragazzi. Importante, a mio avviso, è la formazione e la scuola. Sono queste le grandi cose per le quali battersi, oltreché per i diritti e la giustizia.
MICHELE BRUCCHERI
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