L’INTERVISTA. Michele Bruccheri incontra la cantautrice nissena: “Mi piacerebbe osare di più in questo secondo disco”. “Nel rapporto con la musica possiedo un carattere più forte”
Manuela Paruzzo, in arte Miele, è una giovane artista dalla voce suadente e avvolgente. Nissena, 28 anni, vanta una importante partecipazione a Sanremo Giovani. Dimostrando un talento di notevole pregio. Una bravura canora e interpretativa, una voce delicata ma ricca di energia ed intensa.
“Sto scrivendo tanto, mi piacerebbe osare di più in questo secondo disco – racconta a La Voce del Nisseno -. Ovviamente anche il mio modo di scrivere sta cambiando e pian piano si sta delineando anche una strada più definita, ma non definitiva”. A settembre ha ottenuto un prestigioso riconoscimento, ovvero il premio MEI come migliore artista giovane di Sanremo.
“Occhi” è stato il suo primo lavoro discografico di musica inedita. La volitiva cantautrice nissena, qualche anno fa, si è trasferita a Milano per frequentare un’accademia di musica, per formarsi ulteriormente come musicista. Le chiedo qualcosa sul suo pseudonimo: “Il Miele – risponde – è un elemento abbastanza contraddittorio, dal gusto dolce ma anche molto forte e intenso, un po’ come me, che nella vita di tutti i giorni sono una persona abbastanza timida, ma nel rapporto con la musica possiedo un carattere decisamente più deciso e forte”.
Si è esibita in vari concerti con enorme successo e la sua voce piena di pathos piace, accarezza, emoziona. Ha partecipato a diversi eventi di grande spessore: dal Festival di Caltanissetta al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dal concerto del Primo Maggio in Piazza San Giovanni a Roma all’apertura del concerto, a Taormina, di Francesco De Gregori: “Mi sono sentita intimorita e incantata allo stesso tempo – dichiara al nostro microfono -. Ringrazio il Maestro per avermi fatto questo regalo e ringrazio il suo pubblico per avermi ascoltata”.
Sta leggendo Milan Kundera, un libro assai bello e interessante. “Sono molto testarda ed è anche una virtù, che spesso mi ha portato anche a prendere scelte corrette contro il parere di tutti”, asserisce senza peli sulla lingua, sollecitata ad indicare un aggettivo su pregi e difetti. “Sanremo? Un’esperienza emozionante”, conclude.
Lo scorso anno hai partecipato a Sanremo Giovani con la canzone “Mentre ti parlo”. Quale traccia ha lasciato nel tuo cuore?
E’ stata un’esperienza “fuori dal comune” che mi ha permesso di fare tantissime altre esperienze in ambito musicale. Portare su quel palco un proprio brano è qualcosa di veramente emozionante.
Che idea ti sei fatta in merito alla controversia con Francesco Gabbani?
Evito sempre di parlare e di esprimere pareri in merito a quanto è accaduto in occasione dello scorso Sanremo, perché preferisco concentrarmi sull’ambito artistico di un musicista. Nonostante ciò non trovo corretta la soluzione adoperata dalla commissione Rai in seguito all’inconveniente tecnico durante le votazioni.
Quest’anno, lui ha vinto Sanremo. Cosa ne pensi?
Penso che il brano proposto da Gabbani sia un vero e proprio tormentone, adatto per il format Sanremo e che per questo meritasse di vincere. In Italia la musica vincente (proposta da emittenti radiofoniche e televisive nazionali) deve presentare determinate caratteristiche. Siamo diventati schiavi di questo sistema. La canzone non deve essere bella, ma deve “funzionare”, questo limita l’arte. Poi però Salvador Sobral (Portogallo) vince gli Eurovison e non ha un brano che funziona, ha un brano “Bello”. E allora c’è speranza…in Europa!
Manuela, quando scopri la tua passione per la musica e il canto?
Ho iniziato ad ascoltare musica fin da piccola, grazie alla mia mamma. Penso che quello sia stato il fattore scatenante.
A ventitré anni ti trasferisci a Milano. Perché?
Mi trasferisco a Milano per frequentare il CPM, un’accademia di musica e quindi per formarmi come musicista.
Cinque anni fa vinci la palma d’oro al Festival di Caltanissetta. Come ricordi quel successo?
Quell’esperienza mi ha fatto riflettere tantissimo sul rapporto con la musica. Ricordo in maniera particolare i musicisti dell’Orchestra Pop Siciliana, l’esperienza è stata meravigliosa soprattutto per il fatto che i brani inediti venivano accompagnati da strumenti veri e da bravi musicisti. Questo fattore incide sicuramente sulla qualità artistica di un Festival.
Manuela Paruzzo, in arte Miele, in una foto di Alessandro Castagna |
Poi a Spoleto, vieni selezionata per partecipare ad un importante concorso. Ci racconti quell’esperienza?
Sì, si trattava del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Era il primo concorso canoro dove portavo un pezzo inedito scritto interamente da me.
Il tuo pseudonimo è Miele. Per quale ragione?
Il Miele è un elemento abbastanza contraddittorio, dal gusto dolce ma anche molto forte e intenso, un po’ come me, che nella vita di tutti i giorni sono una persona abbastanza timida, ma nel rapporto con la musica possiedo un carattere decisamente più deciso e forte.
Chi ha influenzato la tua musica?
Soprattutto Lucio Dalla che non trascura nulla né testi né melodie. Mi piace tantissimo anche il modo di far musica di Carmen Consoli, ma anche lei come artista e il suo modo di stare sul palco.
Brevemente, ci presenti il tuo ep “Occhi”? Qual è il “miele”?
“Occhi” è il mio primo lavoro di musica inedita, con il tema centrale del “Viaggio” inteso come andata e come ritorno, ma soprattutto come movimento. E questa non è stata una scelta premeditata, solo dopo ci siamo accorti che tutti i brani avessero un comune denominatore. Parlo al plurale perché dietro a questo progetto c’è stato un grande lavoro di squadra. Ci sono prima di tutto i musicisti: Donato Emma (batteria), Peppe Milia (chitarre), Antonio Moscato (basso), Maximilian Agostini (tastiere), Giuliano Lecis (pianoforte). Ringrazio inoltre Placido Salamone (produttore artistico), Gina Fabiani e Eugenio Sournia e Andrea Rodini (autori), Massimo Zanotti (arrangiatore degli archi di “Mentre ti parlo”) e Claudio Fabro (vocal coach).
Ti sei esibita in una prestigiosa vetrina, ovvero al concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Quale significato ha per te?
A dire il vero di quel giorno “non ci ho capito niente“! E’ stata un’esperienza pazzesca. Siamo stati catapultati sul palco e abbiamo suonato davanti a parecchia gente. Ricordo che avevo tanta paura ma anche tantissima adrenalina.
Aprire il concerto di Francesco De Gregori a Taormina non ha prezzo. E’ così?
Assolutamente sì, mi sono sentita intimorita e incantata allo stesso tempo. Ringrazio il Maestro per avermi fatto questo regalo e ringrazio il suo pubblico per avermi ascoltata.
Hai avuto altre occasioni. Ecco, qual è il legame tra te e il tuo pubblico?
Sto ancora cercando il mio pubblico e anche il posto più adatto per portare in giro le mie canzoni. Cerco sempre di renderli in parte partecipi di quello che sta succedendo sopra al palco. Mi piace pensare al fatto che per qualche ora, loro possano sentirsi i protagonisti di quello che sta accadendo e non soltanto degli ascoltatori.
A settembre hai ricevuto un prestigioso premio. Quale?
A settembre ho ricevuto il premio MEI come miglior artista giovane di Sanremo.
Qual è il principale difetto di Manuela-Miele?
Sono abbastanza testarda.
E la migliore virtù?
Sono molto testarda ed è anche una virtù, che spesso mi ha portato anche a prendere scelte corrette contro il parere di tutti.
Che libri leggi?
Non ho un genere preferito, leggo anche fumetti. Il mio libro preferito è il Piccolo Principe (mi piacciono le cose semplici). Attualmente sto leggendo “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera.
So che stai lavorando ad un nuovo progetto di musica inedita. Puoi anticipare qualcosa ai lettori de “La Voce del Nisseno”?
Sto scrivendo tanto, mi piacerebbe osare di più in questo secondo disco. Ovviamente anche il mio modo di scrivere sta cambiando e pian piano si sta delineando anche una strada più definita, ma non definitiva (siamo in continua evoluzione).
Grazie Manuela.
Grazie a te e al vostro periodico d’informazione «La Voce del Nisseno».
MICHELE BRUCCHERI