È morto Peppe Cravotta, storico barbiere di Serradifalco. Ieri, a Caltanissetta, presso l’ospedale Sant’Elia. È l’ottava vittima del paese, strappata alla vita da questo “maledetto virus”, come lo definisce il sindaco Leonardo Burgio che lo ricorda affettuosamente con un breve e toccante post sui social.
Peppe Cravotta, ottant’anni, è stato anche uno storico militante socialista, grande amico dell’avvocato Peppe Dacquì. Un preciso punto di riferimento. Il funerale sarà celebrato domani pomeriggio presso la chiesa Madre di Serradifalco.
Peppe Cravotta era brillante e dal forte senso dell’umorismo, della spiccata ironia. Leggeva con piacere il nostro giornale (La Voce del Nisseno) e, sovente, si complimentava con noi per gli articoli importanti. Ricordo che mi elogiò a iosa per aver intervistato Enrico Boselli, segretario nazionale dello Sdi (Socialisti democratici italiani), a Caltanissetta.
Uomo di sinistra, Peppe Cravotta, persona affabile e disponibile con tutti. Serradifalco piange una persona perbene e docile. “Si continua a morire di Covid, e stanotte questo maledetto virus ha portato via un altro nostro concittadino”, dichiara il sindaco Burgio.
“Un altro decesso che fa rabbia – prosegue -. È vero, anche se ricoverato per problemi cardiaci, durante i giorni di ricovero in attesa di sottoporsi ad un semplice intervento chirurgico di routine, presumibilmente a causa di un focolaio all’interno del reparto, ha contratto il Covid che come spesso accade non ha avuto pietà”.
“Oggi piangiamo il signor Giuseppe Cravotta e siamo qui a partecipare al dolore della famiglia e di tutti noi nel ricordo di uno dei barbieri storici del nostro Comune, a cui tutti abbiamo voluto bene e che ne ricordiamo per diversi aneddoti e piacevoli racconti – conclude Burgio -. Ci lascia un Cittadino corretto e leale che resterà nel ricordo di tutti, un grande lavoratore. Con profondo senso di mestizia…”.
Sentimenti di mestizia in tutta la collettività e il nostro giornale si stringe affettuosamente attorno alla famiglia, in questo momento di profondo dolore.
MICHELE BRUCCHERI
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