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Michele Migliore

Appena un anno addietro – come oggi, di mattina e presso l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta – moriva il preside Michele Migliore. Aveva appena compiuto 93 anni. La salma giunse in paese nella mattinata successiva e il funerale venne celebrato il giorno dopo, sempre di mattina (alle ore 11) nella chiesa Madre. Una lunga carriera, una persona di grande garbo e disponibile. Era stato anche docente di Lettere a Mussomeli, poi capo d’istituto a Montedoro, Milena e Serradifalco.

Nell’agosto 2007 ho pubblicato la mia monografia “Ritratti serradifalchesi” (volume terzo). Gli dedicai un articolo che gli piacque notevolmente. Oggi, in occasione del suo primo anniversario dalla sua morte, voglio ricordarlo con quel breve ritratto.

“Per San Silvestro festeggerà – oltre all’anno che se ne va – i suoi ottant’anni. Una vita lunga ed intensa, dedicata prevalentemente al mondo della scuola. Michele Migliore è stato un inossidabile operatore culturale.

In giovane età – appena ventenne – inizia l’attività d’insegnamento presso la locale scuola elementare. Consegue, poi, la laurea in Lettere all’Università di Messina. Nel 1955, per un breve periodo – esattamente un biennio – insegna lettere, latino, storia e geografia a Mussomeli nella scuola media-ginnasio.

Per alcuni anni prosegue la sua attività di docenza nelle scuole medie statali. Nel 1966 – prima dei suoi quarant’anni – diventa preside. Un incarico lungo e prestigioso, sino alla pensione che raggiunge nel 1985. Per vent’anni diverrà il punto di riferimento per le varie scuole dove ricopre l’importante ruolo dirigenziale.

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Michele Migliore

In questo lasso di tempo, soltanto per due anni tornerà ad esercitare l’insegnamento vero e proprio. Dopo, riprende ad essere preside di ruolo allorquando vince il concorso.

Da preside dedicherà tre anni della sua vita a Montedoro e altri tre anni a Milena. Per un decennio ininterrotto sarà capo d’istituto della scuola media statale “Federico Polizzi” di Serradifalco (dal 1975 sino al 1985).

Michele Migliore, il preside per antonomasia, è stato un uomo di grande garbo e di schietta disponibilità. Persona riflessiva, morigerata, elegante. Nella sua voce c’è, infatti, la delicatezza del tono e la finezza dell’espressione.

Le esperienze di docente e di preside sono state, per lui, assai positive e significative, racconta al cronista che gli pone domande per sapere. E ci tiene a sottolineare, infine, il profondo e splendido rapporto instaurato in tanti anni di attività professionale sia con gli alunni e sia con i colleghi”.

MICHELE BRUCCHERI

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